Pandemia Coronavirus, #Iorestoacasa: cosa si rischia se si esce inutilmente

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Scarica il modulo per l’autodichiarazione, consulta le regole e le sanzioni previste per chi non rispetta le indicazioni contro la pandemia da Coronavirus

 

Dai dati aggiornati alla mezzanotte del 10 marzo del Servizio Sanitario Regionale, 44 persone in Umbria risultano positive al virus Covid-19, i guariti sono 2. Attualmente dei 44 soggetti positivi, 26 nella provincia di Perugia e 18 in quella di Terni,  sono ricoverati in 12, di cui 4 nell’Ospedale di Terni e 8 nell’ospedale di Perugia. Dei 12 ricoverati, 3 sono in terapia intensiva nell’ospedale di Perugia, 2 in terapia intensiva nell’ospedale di Terni, gli altri sono seguiti nei reparti di malattie infettive.

Le persone in osservazione sono 916: di questi, 553 sono nella provincia di Perugia e 363 in quella di Terni. Sempre alla stessa data risultano 229 soggetti usciti dall’isolamento di cui 147 nella provincia di Perugia e 82 in quella di Terni. Nel complesso entro le ore 24.00 del 10 marzo, sono stati eseguiti 347 tamponi. Sono questi i numeri salienti del bollettino quotidiano del coronavirus della Regione Umbria.

In questi ultimi 15 giorni tv radio e giornali non fanno che trasmettere notizie, per lo più continuamente ripetute, su questa pandemia che sta interessando molti paesi e in particolare, dopo la Cina, il nostro. Altre epidemie hanno colpito il mondo e il nostro paese anche nello scorso secolo: noi non c’eravamo, ma la Spagnola un secolo fa uccise nel mondo circa 100 milioni di persone, infettandone circa mezzo miliardo. Un’altra epidemia l’Asiatica, un’influenza di origine aviaria, dal 1957 al 1960 uccise oltre due milioni di persone nel mondo.

Anche l’epidemia che sta turbando i nostri sogni, definita Covid-19, passerà, forse presto, grazie alla ricerca medica che un secolo dopo ha DOMANDE FREQUENTI AI TEMPI DEL CORONAVIRUSfatto passi da gigante. In attesa noi restiamo a casa e rispettiamo le regole, qui accanto riassunte in un’efficace tabella della Presidenza del Consiglio, con tanto buon senso e ottimismo, con il pensiero rivolto a chi, come medico o infermiere, sta combattendo per noi nella prima linea degli ospedali, che debelleranno anche questa malattia, soprattutto se la politica e noi tutti faremo fino in fondo il nostro dovere, senza furbizie e senza la ricerca di scappatoie.

Fissiamoci il traguardo realistico del periodo post pasquale e gestiamo al meglio questo enorme spazio di tempo libero che d’improvviso ha riempito le nostre esistenze, caratterizzate al contrario dalla frenetica ossessione di non avere tempo per le cose importanti.

Cosa sognavamo un mese fa? Stare di più con i figli? leggere i libri che abbiamo comprato e che sono rimasti sotto la polvere sul tavolo o sul comodino ? fare un po’ di moto all’aria aperta? leggere qualche giornale in più? stare sul divano a guardare la tv? cucinare qualche piatto gustoso? goderci la famiglia e qualche figlio che, mentre eravamo a lavoro, è cresciuto? assistere un anziano genitore?

Ebbene facciamolo! invece di lamentarci. E chissà che non ci resti un po’ di tempo per portare la spesa a qualcuno che non può uscire, o per andare a donare il sangue, che scarseggia ancor più in quest’ultimo periodo, o ancora per chiamare al telefono un amico che non sentiamo da tempo, o una persona che vive sola. E per piacere spegniamo la tv che oramai accompagna le nostre giornate e i nostri video da casa. Un tg al giorno non basta?

Un punto di attenzione per tutti. Mentre le regole del decreto del 9 marzo diventano via via più chiare, è opportuno in modo responsabile riflettere sulle misure di controllo che in tutto il paese si stanno attivando e sui provvedimenti di Polizia ai sensi dell’art. 650 c.p. che rischieremo se sottovaluteremo i divieti e non utilizzeremo correttamente il modulo di autodichiarazione previsto nel caso di spostamenti. Mettiamolo in macchina (vedi allegato) e compiliamolo in modo assolutamente veritiero solo nel caso di spostamenti motivati e ammessi.

Restiamo ottimisti e aiutiamo chi in questo momento difficile si trova a vivere da solo o in condizioni di disabilità. Il nostro paese e il mondo ne hanno passate tante, pertanto guardiamo con fiducia al futuro e trasformiamo questa pausa forzata della vita, per chi non sta lavorando in ospedale, in un’opportunità.

Quando tutto sarà finito dovremo accogliere come eroi i medici, i ricercatori e gli infermieri che hanno lottato per noi contro il nuovo coronavirus Covid 19 e subito dopo dovremo tornare ad occuparci ed anzi intensificare la difesa dell’ambiente, perché i cambiamenti climatici potrebbero riservarci per i prossimi anni momenti più difficili di quanto pensiamo.

Giuseppe Manzo

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